Pieve di Codiponte: un edificio antichissimo, attraverso il quale (gli scavi in sua prossimità, la stratificazione degli interventi al suo interno) è stato possibile ricostruire la storia di questo insediamento abitativo un tempo importante perché posto alla confluenza di due importanti strade di transito medievali.
Una di queste, oggi abbandonata, che, proveniente dalla costa, dopo l’attraversamento delle Alpi Apuane, utilizzava il ponte che da nome al borgo, utile a guadare il fiume Aulella e proseguire poi, via Pontremoli, verso il territorio piacentino.
L’altra che con la riscoperta dei cammini sta, oggi, raccogliendo particolare attenzione è la Via del Volto Santo.
Una via che parte da Pontremoli e, toccando Codiponte nell’attraversamento della Lunigiana, prosegue poi fino a Lucca che viene raggiunta attraverso il Passo dei Carpinelli che conduce nella vicina Garfagnana.
La Pieve di Codiponte
La chiesa compare già in una scrittura del 793 nel quale viene citato il luogo del Santo Cipriano che verosimilmente si riferisce alla chiesa di Codiponte dedicata ai santi Cornelio e Cipriano.
Un ulteriore elemento di conferma deriva dal fatto che tale documento è un atto notarile stipulato a Lucca e l’oggetto dello stesso è una corte che, nell’identificarla, viene collocata al di là dei monti.
Facile intuire che si tratti dei monti della Garfagnana: quelli che separano Lucca dalla Lunigiana.
Ancora più esplicita è poi la bolla papale che nel 1148 Papa Eugenio III indirizzò al vescovo di Luni menzionando “la popolazione del Santo Cipriano al capo del ponte”.
Infine, questa volta non riferibile alla chiesa ma all’insediamento già presente in epoca pagana, alcuni scavi archeologici effettuati in prossimità dell’edificio religioso hanno portato alla luce oggetti che l’esame C14 ha fatto ritenere risalenti addirittura al V secolo a.C.
Caratteristiche della Pieve di Codiponte

La facciata della chiesa, che un tempo era preceduta da un porticato, oggi si presenta elegante e austera.
L’essenziale e massiccio portale in arenaria che ne caratterizza l’entrata è stato recuperato dal vicino convento delle Clarisse: un complesso che abbandonato dall’ordine religioso, necessiterebbe di un aiuto teso a fargli riconquistare l’antico fascino.
Sovrapposta a questo vi è una bifora ed ancora più in alto un’apertura finestrata a forma di croce, elementi simili a quelli presenti sulla facciata della vicina Pieve di Vendaso.
L’interno a tre navate delimitate da pilastri cilindrici, sostenenti archi a tutto sesto e sormontate da capitelli decorati con motivi allegorici appartenenti ad un repertorio formale in uso nell’alto medio evo ( la sirena bicaudata, l’animale rampante, l’orante-telamone, il marzo suonatore di corno, l’uomo itifallico, l’atleta).

Altrettanto apprezzabili sono le capriate lignee decorate e l’antica fonte battesimale a immersione.

Per quanto riguarda invece la parte decorativa, oltre ad un omaggio ai santi Cornelio e Cipriano, ai quali è dedicata la chiesa, è presente anche una riproduzione dell’immagine del Volto Santo oggetto di venerazione che induceva i pellegrini a recarsi a Lucca dove era, ed è tuttora, presente il reperto originale.

Oltre a questi vi è poi un trittico tardo medievale, il cui centro è occupato dalla Vergine seduta sul trono con in braccio il Gesù bambino: un’opera di Angelo Puccinelli, pittore lucchese di buona qualità alcune delle cui opere, che godono di elevate quotazioni, sono presenti in importanti musei: Lindenau-Museum di Altenburg, The J. Paul Getty Museum, Musée du Petit Palais ad Avignone).
Il borgo di Codiponte

Codiponte, a breve distanza dalle case vacanze dell’Eremo Gioioso è luogo che merita una visita per la sua bella Pieve ma non solo per quella.
Il nucleo del paese, costituito da antiche case in pietra addossate, appare suggestivo ed è collegato alla strada che conduce in Garfagnana attraverso un antico ponte medievale recentemente ristrutturato.
Peraltro altri due luoghi presenti a Codiponte testimoniano l’importanza che questo luogo rivestiva in epoca medievale:
- il già citato convento delle Clarisse
- il castello, oggi in attesa di ristrutturazione, che domina il paese
Pietro Cillà, il satrapo di Codiponte
Quest’ultimo edificio è anche oggetto di un fosco racconto, tramandato oralmente di generazione in generazione, nel quale risulta difficile distinguere che la realtà dal ruolo vi ha giocato la fantasia.
Il protagonista di tali racconti era un uomo di nome Pietro Cillà che abitò il castello a cavallo fra il secolo XVIII ed il secolo XIX.
Colonnello militare ma anche medico, amante di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, preparava pozioni fra provette ed alambicchi.
In questa parte di Lunigiana il suo agire è diventato proverbiale talché di fronte ad una prepotenza o anche stranezza di comportamento spesso si viene apostrofati in questo modo: E chi sei? Il Cillà?
Si dice infatti che tale personaggio possedesse doti demoniache e che le utilizzasse in molti ambiti.
Il più inquietante era rappresentato dalla sua capacità di assoggettare le giovani più belle del paese con le quali si produceva in orge precedenti la loro improvvisa sparizione.