
ALPI APUANE: indice
Alpi Apuane: il difficile equilibrio fra il bello e l’utile.
Il bello delle Alpi Apuane
Le Alpi apuane sovrastano la costa a partire dall’ultimo lembo di Liguria, Bocca di Magra, fino alle spiagge versiliesi del Lido di Camaiore.

Questa collocazione conferisce loro il fascino inusuale derivante dal poter abbracciare insieme l’azzurro del mare ed il verde di superfici pratate e boschive.
Verde e azzurro, declinati in innumerevoli varianti conseguenti tanto alle diverse specie arboree presenti nell’area montana quanto al variare di profondità e fondali in quella marina.
Molti sono i luoghi disseminati lungo questa catena montuosa e meritevoli di visita: dalle Grotte del Vento, al Lago di Gramolazzo, a quello di Vagli nelle cui acque giace sommerso il borgo di Fabbriche di Careggine al Monte Forato ed alle marmitte dei giganti.
Vicino a noi limitandoci a quelli più frequentati segnaliamo:
- l’altopiano di Campocecina
- il paese di Colonnata
- le grotte di Equi Terme
- la cava museo di Fantiscritti
L’altopiano di Campocecina
A poco più di un’ora in auto di distanza dalle case vacanze dell’Eremo Gioioso, a 1300 metri di altezza, questo è un luogo ideale per gite all’aria aperta.
La piana di Campocecina è apprezzata per il panorama che da lì si può godere.
Gode infatti di una posizione che consente di abbracciare l’intero golfo della Spezia e, contemporaneamente, le isole dell’arcipelago toscano.
Da alcuni anni, durante la notte di san Lorenzo, qui si ritrovano in molti che, sdraiati sul prato, tengono fisso lo sguardo al cielo per assistere al fenomeno delle stelle cadenti.

Il Paese di Colonnata
Colonnata è un borgo di cavatori oggi conosciuto ovunque per merito del lardo che qui si produce.
Un prodotto ricavato da maiali selezionati, lasciato maturare per mesi, dentro conche di marmo di Carrara e ricoperto (ogni larderia ha una propria ricetta) utilizzando sale marino grosso, pepe nero, aglio e spezie varie fra le quali: chiodi di garofano, coriandolo, salvia e cannella.
Un alimento che ha una tradizione fortemente intrecciata con quella del marmo.
Infatti, la lavorazione del lardo di Colonnata nasce dal desiderio di rendere piacevole quello che, al tempo, era considerato, un salume povero.
Un salume che, presente nella bisaccia di ogni cavatore, veniva consumato unitamente a pane e cipolle, in un frugale pasto consumato in cava.
Il paese è caratterizzato dalla presenza di diverse larderie e collocato molto vicino ad alcune cave, offre scenari caratteristici.
Peraltro è anche base di partenza per una serie di sentieri che si snodano su questo tratto di apuane.

La cava museo di Fantiscritti
Quella di Fantiscritti è una delle poche cave in cui il marmo non viene estratto solo aggredendo le pendici della montagna.

Lo si estrae svuotandola dall’interno, scavando nelle viscere della montagna.
Entrando si accede ad un simil-cattedrale caratterizzata da amplissimi spazi frutto di secolari estrazioni e nelle quali si assiste ad un continuo andirivieni di mezzi possenti.
La cava, in totale, si estende per ben 30.000 metri quadrati e, aperta alle visite, consente a quanti vi si recano di accedere anche ad un museo in cui sono raccolti molti degli attrezzi usati nei secoli per l’estrazione e la lavorazione di questa pietra.
Nel piazzale antistante, poi, artisti locali hanno riprodotto, in marmo ed a grandezza naturale, scene inerenti questo settore produttivo: ci sono statue riproducenti quadratori impegnati nel dar forma al blocco, buoi impegnati nel suo trasporto, etc.
Per comprendere l’origine del nome con cui viene identificata questa cava è necessario sapere che, a Carrara, i bambini vengono chiamati “fanti” mentre per le scritture, qualsiasi ne sia il supporto sottostante, si usa il termine “scritti”.
Avvenne così che un paio di secoli orsono alcuni cavatori rinvenendo nella cava un bassorilievo, datato tra il 203 e il 212 d. C, scambiarono le tre figure rappresentate: Ercole, Bacco e Giove, per l’immagine di altrettanti giovani.
Coniugando quindi questi tre “fanti” con l’epigrafe sottostante che per loro erano gli “scritti”, utilizzarono da allora quel riferimento che in breve tempo finì per diventare il toponimo del luogo: fantiscritti.

Le grotte di Equi Terme
Una trama di percorsi nel cuore della montagna fra laghetti sotterranei e concrezioni di varie forme e dimensioni, in prossimità del borgo di Equi Terme.
L’utile delle Alpi Apuane
L’utile, per quanto riguarda le Alpi Apuane è da intendersi come la possibilità di attingere all’immenso patrimonio contenuto nelle loro viscere: un marmo apprezzato in tutto il mondo con significative ricadute economiche e lavorative per questo territorio.

L’aggettivo “utile” non è qui utilizzato con una caratterizzazione valoriale, in senso acriticamente positivo.
Semplicemente serve a dar conto di una situazione di fatto.
Peraltro non possiamo neppure disconoscere che, se il paesaggio delle Alpi Apuane è apprezzato per la piacevolezza del contesto naturale, un certo fascino è esercitato anche dai luoghi in cui, in maniera evidente, talvolta troppo evidente, il profilo delle montagne è stato ridisegnato dalla mano dell’uomo.
Non è possibile restare indifferenti in mezzo a quei blocchi ciclopici, lungo quei tornanti sassosi, simili a cerchi danteschi, in quegli androni ricavati nelle viscere della terra, dove la temperatura si abbassa improvvisamente, l’acqua scorre lungo le pareti ed il pavimento è costituito da un’unica lastra perfettamente levigata.
In tutto ciò del resto si rinvengono le testimonianze di lunga storia:
- i romani fondarono qui la città di Luni, nel 177 a.C., per imbarcare ed inviare a Roma il marmo estratto da queste cave.
- prima dei romani questo materiale lapideo era apprezzato dagli Etruschi mentre successivamente alla caduta dell’impero per questo marmo mostrarono interesse Bizantini e Longobardi seguiti in questo dalle signorie Genovesi e Fiorentine.
- nel marmo di Carrara sono scolpite opere che da secoli suscitano ammirazione. Solo per citarne alcune: la Pietà, il David, il Mosè di Michelangelo, Apollo e Giacinto di Benvenuto Cellini, il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino e tutte le statue del Canova. Peraltro quest’ultimo, considerato il più raffinato degli scultori neoclassici, scolpiva unicamente nel marmo di Carrara.
Rispetto a quanto avvenuto nei secoli passati, però, oggi molte cose sono cambiate.
In particolare la tecnica in questo ultimo secolo è andata potenziandosi in misura esponenziale ed ha messo a disposizione del settore minerario mezzi estremamente potenti.
Macchine capaci di affettare la montagna con relativa facilità, rendendo più complicato armonizzare l’attività estrattiva con l’intero ecosistema circostante.
Un motivo che rende vivace la dialettica fra chi dal marmo trae apprezzabili profitti e quanti invece, fra i quali anche noi ci collochiamo, temono che questi possano prevalere rispetto a interessi collettivi quali sono la salvaguardia dell’ecosistema e del paesaggio delle Alpi Apuane.
N.B. qui trovate la carta della sentieristica delle Alpi Apuane